mercoledì 6 febbraio 2008

IL RETROSCENA. Giulio Facchi, ex subcommissario per la raccolta differenziata



"A Bassolino dissi: attento al contrattose lo firmi non ne usciremo vivi"




Accampato in un ufficio del "Conapi", Consorzio nazionale piattaforme e imballaggi, vive un uomo di 53 anni che della catastrofe napoletana sa molte cose. "Su cui - dice - non ha più senso tacere". Si chiama Giulio Facchi. Nel 1998, dopo l'esperienza di assessore all'ambiente nella giunta provinciale di Milano del centro-sinistra, il ministro dell'Ambiente Edo Ronchi lo spedisce a Napoli come subcommissario per la raccolta differenziata. Ci resta fino al 2004. È uno degli occhi e delle orecchie di Antonio Bassolino. Ne diventa amico. Ne rimane travolto. Da subcommissario, alla sua porta bussano tutti. "Amici di amici" per consigliargli di "non rompere i coglioni". Il Sisde. Due commissioni parlamentari. La Procura di Napoli, che sulla sua testimonianza costruisce l'istruttoria che travolge Bassolino, l'Impregilo e lui stesso, che si ritrova imputato. "Rimborsi aerei per tornare ogni 15 giorni dalla famiglia a Milano; 180 euro di traghetti Capri-Napoli-Capri in un agosto in cui feci le ferie del pendolare". Dice Facchi: "Non si comprenderanno mai a pieno le ragioni della catastrofe fino a quando non sarà chiaro cosa accadde tra Napoli e Roma nel 2000". Impregilo-Fibe ha appena vinto la gara per la realizzazione di due termovalorizzatori e di 7 impianti per la produzione di combustibile da rifiuti, le "ecoballe". Antonio Bassolino, neopresidente della Regione e nuovo commissario all'emergenza, è di fronte a una scelta. Bassolino succede ad Andrea Losco (oggi consigliere regionale del Pd, per 15 mesi governatore della Campania dopo il ribaltone Udeur che ha fatto cadere la giunta Rastrelli di centro-destra). È lui, sin lì, ad aver proceduto all'assegnazione definitiva della gara. Alla definizione dei primi subappalti, alla formazione delle commissioni di collaudo. Ha ridisegnato gli uffici del commissario, affidandone le chiavi a una trimurti che opera in palese conflitto di interesse.

Cura la parte legale Enrico Soprano (il cui studio assiste anche gli interessi di Impregilo). Curano la parte tecnica Salvatore Acampora e Raffaele Vanoli. Il primo, futuro "ingegnere capo" del progetto del termovalorizzatore di Acerra dopo averne scritto il capitolato di gara (Impregilo ne liquiderà la parcella di oltre un miliardo di lire). Il secondo, felice di abbracciare di fronte a una macchina fotografica un truffatore come Mario Scaramella, l'uomo della futura calunnia Mitrokhin. Quando Bassolino diventa governatore, il governo D'Alema si sfalda. Ronchi lascia il ministero dell'Ambiente, dove arriva Willer Bordon. Cambiano i presupposti per cui Impregilo-Fibe si è infilata nell'avventura campana. Immaginava di poter incassare dalla produzione del suo termovalorizzatore di Acerra 296 lire il kilowattora (cifra riconosciuta dall'accordo Cip6 sullo sfruttamento di fonti di energia rinnovabile), ma il nuovo "certificato verde" ha abbassato la sovvenzione a 180 lire. Non sta scritto evidentemente da nessuna parte che i costi di quello che è un rischio di impresa debbano far ridiscutere un contratto, ma è esattamente ciò che accade. "Bassolino - dice Facchi - si scava la fossa". Accade a Roma, in una riunione a palazzo Chigi, cui partecipano il governatore, l'avvocato Soprano, Vanoli, Facchi, Bordon. Bassolino convince il governo a riconoscere a Impregilo-Fibe ciò che chiede. Viene cancellato ogni riferimento all'accordo di programma che, come previsto dal bando di gara, avrebbe obbligato il vincitore a fare i conti con le indicazioni della committenza. Viene riconosciuta la tariffa originaria prevista dagli accordi Cip6. È un passaggio cruciale. Si legge negli atti parlamentari della commissione di inchiesta "Russo": "L'eliminazione dell'accordo di programma cancella la possibilità di un'ulteriore negoziazione del contratto con Impregilo-Fibe, indispensabile per superare la sostanziale genericità del progetto. A cominciare dai tempi di realizzazione degli impianti, dagli obblighi nelle more della sua realizzazione". Facchi ricorda: "La mattina della firma del contratto con Impregilo, presi Bassolino da parte. Gli dissi: "Antonio, se firmiamo siamo fottuti. Non ne usciremo vivi". Lui si infuriò. Naturalmente, non aveva letto una sola riga del contratto, perché per lui, quel che contava era "la questione politica". Il resto era "roba da tecnici"... Cominciò a gridare: "E allora me lo spieghi tu cosa succede se non firmo? Non abbiamo più discariche disponibili!". "Mi spieghi che succede quando tra qualche mese avrò i rifiuti in strada e dovrò pagare ad Enel (la concorrente di Impregilo uscita sconfitta dalla gara, ndr) 120 lire per chilo di rifiuto smaltito, quando invece ne pagherò 80?" "Me lo spieghi cosa diremo tra dieci mesi, quando saremo in campagna elettorale?"". Con il bando di gara, gli accordi firmati da Bassolino con Impregilo hanno poco a che vedere. L'operazione si tramuta in un simulacro di project financing, ciò che non è mai stata. Impregilo è libera di scegliere i terreni degli impianti e sulle casse pubbliche grava un nuovo, imprevisto onere, che è quello di soccorrere finanziariamente chi ha vinto la gara per pagare i siti di stoccaggio temporanei delle "ecoballe". Sappiamo come è andata a finire. Non sappiamo perché Impregilo, firmato nel 2000 il contratto con Bassolino, impieghi quattro anni per chiedere e ottenere dal ministro dell'Ambiente del nuovo governo di centro-destra (Matteoli), l'autorizzazione ad allacciare il futuro termovalorizzatore di Acerra alla rete Enel, condizione imprescindibile per metterlo in funzione. Facchi sorride: "Perché? Perché Impregilo entra subito in sofferenza finanziaria e, di fatto, le banche che la sostengono diventano le vere interlocutrici del Commissario. Ottengono nuove clausole contrattuali che gli consentano di sfilarsi, come avverrà, in caso di inadempimento di Impregilo, senza doverne sostenere i costi".

24 commenti:

Anonimo ha detto...

Facchi facchineri bellocco arena mancuso grillo mammone grande infiltrazioni in asl ed uo di legnano

Anonimo ha detto...

Rizzi pinciroli pizzi pizzo vizzini zanzottera raimondi capra complici

Anonimo ha detto...

Negri borghetti cardani collusi con branca e carlesi. balzan riente sollitto parotti complici

Anonimo ha detto...

Blue coat societa di informatica con sistech sas e binhex si fanno publicita e fanno affari facili con suppprto di ndrangheta e mafia e scu

Anonimo ha detto...

Coinvolti dell acqua busti. usati ologrammi radar radio e microonde per individuare persone e colpirle intensamente con onde radio e micro concentrate

Anonimo ha detto...

Mafia ndrangheta camorra ed scr inzuppano busto garolfo e limitrofi. cc e polizia zuppi du talpe e complici. vittime fatte tacere e passare per pazze.

Anonimo ha detto...

Complici in tlc di zona filtri a linee e telefoni di vittime per screditarle isolarle colpirle

Anonimo ha detto...

Stalker e picciotti fanno il resto piu semplice prendendo favori da mafie

Anonimo ha detto...

Appartenenti a gruppi criminali sono infiltrati in amministrazione comuni parabiago busto garolfo legnano villa cortese

Anonimo ha detto...

Complici neri sana fana rinzivillo emanuello . Densamente presenti in ex pdl lega nord soprattutto. complici borghi borghetti

Anonimo ha detto...

Fate girare non c e volonta di fermarli qui.

Anonimo ha detto...

Si liberano solo di quelli a fine uso con indagini limitate o sparizioni. coinvolti dalla stessa regia di ndrangheta i casi novella e maresciallo gatto.

Anonimo ha detto...

Ci sono legami con branca lista monti monte barone procopio aversa

Anonimo ha detto...

Complici anche i gallo galluzzi gallace

Anonimo ha detto...

Usa.o tecnologie e veri e propri aRmamenti elettromagnetici per intimidire assieme a violazione tlc e posta. cercano collussionio le impongono e screditano impediscono lavoro e limitano comunicazioni fanno isolare e colpiscono vittime. lasciano cadere segnalazioni a cc e poi intervengono per fare dichiarare pazze le vittime

Anonimo ha detto...

Se non le ammazzano le fanno ammalare a suon di microonde ed onde radio concentrate (forse usate anche radiazioni ionizzanti in alcune occasioni) le fanno dichiarare pazze e ne ledono ulteriormente salute e diritti

Anonimo ha detto...

Osservo che attorno al caso scazzi ce mafia ndrangheta e scu come attorno a casa suoi a canegrate

Anonimo ha detto...

Le mafie in zona sono dotate e supportate da qualcuno (oserei dire della nato) di strumenti atti a debilitare e sollecitare comportamenti ed emozioni.

Anonimo ha detto...

Strumenti in grado di emettere set di impulsi segnali sequenze di fotoni radio e microonde atti a sollecitare specifica chimica celebrale neurale ormonale. come pure strumenti ad infrasuoni. cercano di generare situazioni tragiche violente sollecitando chimica delle perspne dalla distanza

Anonimo ha detto...

Oltre che fare arrivare soldi da collusioni con settpre farmaceutico

Anonimo ha detto...

Sottolineo le mafie sono state dotate di strumenti per debilitare salute. Facile che vi sia il supporto di multinazionali chimiche farmaceutiche degli armamenti e delle apparecchiature medicali

Anonimo ha detto...

Gli incendi nella terra dei fuochi sono forse programmati come vari incidenti ambientali

Anonimo ha detto...

É ovvio che vi sia complicita in stato istituzioni cc e forse antimafia a non voler vedere che il mercato degli apparecchi mediacali e farmaceutico non puo essere esente da interessi e complicita mafiose

Anonimo ha detto...

Via sciesa a busto garolfo e vicinato. stada robecco a magenta sono due zone dove le mafie sono supportate da strumenti elettromagnetici lesivi e danneggianti