giovedì 7 febbraio 2008

Guerra di mafia nel New Jersey


Antonino fu vittima della lupara bianca, Pietro venne trovato nel bagagliaiodi un'auto con una banconota in bocca: dopo 27 anni chiariti gli omicidi
La mafia "vincente" si servì di due traditori che fecero la "cortesia" a Riina
I boss palermitani in vacanza a New York
La guerra di mafia di Palermo degli Anni Ottanta fu "esportata" anche negli Stati Uniti. Dopo più di un quarto di secolo, i poliziotti italiani hanno scoperto chi ha ucciso due dei boss della vecchia guardia che vivevano negli Usa. Uno si chiamava Antonino Inzerillo, l'hanno fatto sparire nell'inverno del 1981, una lupara bianca. L'altro è Pietro Inzerillo, il suo cadavere è stato ritrovato il 15 gennaio del 1981 dentro il bagagliaio di un'auto abbandonata davanti all'hotel Hilton di Mont Laurel, nel New Jersey. Aveva una banconota di 5 dollari in bocca e due banconote da un dollaro sui genitali. Mandanti dei due delitti sono stati i Corleonesi. Per ucciderli si sono serviti di due "giuda" della famiglia Inzerillo-Gambino: sono loro che hanno attirato in un tranello i loro parenti. L'inchiesta sugli intrecci fra la mafia Usa e siciliana rivela che a tradire Pietro Inzerillo sarebbe stato Tommaso Inzerillo, suo cugino e anche cugino del boss Salvatore ucciso a Palermo in via Brunelleschi. Da intercettazioni ambientali è emerso che Tommaso Inzerillo "aveva agevolato una situazione... quello che hanno trovato nel bagagliaio", un "favore" fatto ai Corleonesi in cambio della sua salvezza. "A suo cugino ha sparato lui", si è lasciato sfuggire di bocca il boss Antonino Rotolo mentre conversava con i suoi complici e una "cimice" registrava ogni sua parola. A tradire nel clan Inzerillo c'era anche un altro mafioso, Filippo Casamento, in quegli anni sottocapo della "famiglia" palermitana di Boccadifalco. Sempre dalle intercettazioni ambientali in un garage di Antonino Rotolo, i poliziotti hanno intuito che Casamento aveva "fatto una cortesia" a Totò Riina: anche lui aveva collaborato nell'organizzazione dell'omicidio di Pietro Inzerillo. Per uccidere invece Antonino Inzerillo i Corleonesi hanno utilizzato come "talpa" ancora una volta Tommaso Inzerillo, lo stesso che aveva fatto scivolare in una trappola il cugino ritrovato poi nel portabagagli di un'auto nel New Jersey.

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