giovedì 8 maggio 2008

Riciclavano denaro di Cosa Nostra

In manette a Palermo Francesco e Ignazio Zummo, padre e figlionel 2006 condannati per favoreggiamento ed associazione mafiosa

Riciclavano denaro di Cosa Nostraarrestati imprenditori e banchiere
Disposto il sequestro di conti correnti, beni mobili e 13 milioni di euro in contantiL'accusa: "Hanno occultato denaro ritenuto proveniente da attività illecite"


Arrestati all'alba a Palermo due noti imprenditori ed un alto funzionario di istituto di credito svizzero. I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti nel capoluogo siciliano e a Milano e rientrano in una inchiesta della procura palermitana sul riciclaggio che sarebbe stato messo in atto da affiliati alla mafia. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto, Roberto Scarpinato, e dai sostituti Antonio Ingroia, Fernando Asaro e Domenico Gozzo, che hanno chiesto ed ottenuto dal gip del tribunale di Palermo, Roberto Conti, i tre provvedimenti cautelari. I provvedimenti cautelari disposti dal gip di Palermo, ed eseguiti dalla Dia, riguardano gli imprenditori Francesco e Ignazio Zummo, padre e figlio, accusati di intestazione fittizia di beni. Secondo la Procura avrebbero investito grosse somme di denaro in fondi all'estero, in particolare in paradisi fiscali, con la complicità di un dirigente di un istituto di credito svizzero, anche lui arrestato stamani. Di quest'ultimo non è stata resa nota l'identità. Francesco e Ignazio Zummo nel 2006 erano stati condannati con il rito abbreviato rispettivamente a cinque e tre anni di reclusione, per favoreggiamento ed associazione mafiosa. Secondo l'accusa i due sarebbero stati prestanome del costruttore palermitano Vincenzo Piazza. Nei loro confronti è ancora in corso un procedimento davanti ai giudici della sezione misure di prevenzione del tribunale. Il gip ha inoltre disposto il sequestro di conti correnti e beni mobili. Gli indagati sono accusati, in particolare, di aver "occultato denaro ritenuto proveniente da attività illecite - come spiegano gli inquirenti - riconducibile agli affari di Cosa nostra". Infine, gli uomini della Dda hanno provveduto al sequestro di 13 milioni di euro, in contanti, depositati su un fondo che era stato aperto presso una banca delle Bahamas, ma anche un'imbarcazione d'altura ed altri beni mobili.