mercoledì 19 dicembre 2007

Strage di Duisburg, 4 arresti

La caccia ai killer della strage di Ferragosto a Duisburg comincia a produrre i primi risultati. Ieri sono finiti in carcere quattro fiancheggiatori della cosca Nirta-Strangio in un'operazione congiunta della task force italo-tedesca costituita solo pochi giorni fa grazie ad un accordo tra il Capo della Polizia, Antonio Manganelli, e i vertici della polizia tedesca. Domenico Pizzata, 30 anni e Domenico Nirta di 24, entrambi di Locri, sono stati arrestati in Calabria. Contemporanemante venivano catturati in Germania Antonio Rechichi, 21 anni, e Luca Liotini, 35 anni, pugliese, originario di Casamassima. Nei confronti dei quattro il Gip del Tribunale di Reggio Calabria, Natina Praticò, aveva emesso un mandato di arresto per associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico d'armi. In sostanza, i quattro non avrebbero partecipato materialmente alla strage, ma avrebbero fornito supporto logistico, armi e automobili alla cosca dei Nirta-Strangio e a Giovanni Strangio, sfuggito alla cattura, considerato autore della carneficina in cui morirono sei persone davanti al ristorante «da Bruno» a Duisburg. Secondo il pool di magistrati calabresi, coordinati dal procuratore aggiunto Salvatore Boemi, sarebbe stato proprio Strangio a guidare il gruppo di fuoco contro le vittime legate al clan rivale. Ennesimo tragico capitolo «da esportazione» della faida che da più di quindici anni oppone le famiglie Nirta-Strangio e Pelle-Vottari di San Luca, nella locride. Faida iniziata banalmente per una lite e poi sfociata nella lotta per il predominio nel traffico d'armi e droga, con un corollario di agguati e vendette. Come quella del giorno di Natale del 2006 in cui morì Maria Strangio, sorella di Giovanni. Intorno a lui, ora dopo ora, si sta stringendo il cerchio degli investigatori. Ancora ieri, la locride è stata battuta palmo a palmo dalle forze dell'ordine per individuarne il nascondiglio. Nelle oltre 400 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare ci sono infatti due lettere indirizzate a Domenico Pizzata, uno degli arrestati, dalle quali emergebbe che Strangio stava meditando la strage da tempo. La stessa conclusione a cui sono giunti anche gli investigatori tedeschi.
«Quello di oggi è un risultato che riafferma la supremazia e la fermezza dello Stato», ha affermato il Procurato antimafia, Piero Grasso, commentando gli arresti. «Le indagini non si sono concluse e come gli esami continuano - ha concluso Grasso - per individuare anche gli altri esecutori».
della cosca Nirta-Strangio in un'operazione congiunta della task force italo-tedesca costituita solo pochi giorni fa grazie ad un accordo tra il Capo della Polizia, Antonio Manganelli, e i vertici della polizia tedesca. Domenico Pizzata, 30 anni e Domenico Nirta di 24, entrambi di Locri, sono stati arrestati in Calabria. Contemporanemante venivano catturati in Germania Antonio Rechichi, 21 anni, e Luca Liotini, 35 anni, pugliese, originario di Casamassima. Nei confronti dei quattro il Gip del Tribunale di Reggio Calabria, Natina Praticò, aveva emesso un mandato di arresto per associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico d'armi. In sostanza, i quattro non avrebbero partecipato materialmente alla strage, ma avrebbero fornito supporto logistico, armi e automobili alla cosca dei Nirta-Strangio e a Giovanni Strangio, sfuggito alla cattura, considerato autore della carneficina in cui morirono sei persone davanti al ristorante «da Bruno» a Duisburg. Secondo il pool di magistrati calabresi, coordinati dal procuratore aggiunto Salvatore Boemi, sarebbe stato proprio Strangio a guidare il gruppo di fuoco contro le vittime legate al clan rivale. Ennesimo tragico capitolo «da esportazione» della faida che da più di quindici anni oppone le famiglie Nirta-Strangio e Pelle-Vottari di San Luca, nella locride. Faida iniziata banalmente per una lite e poi sfociata nella lotta per il predominio nel traffico d'armi e droga, con un corollario di agguati e vendette. Come quella del giorno di Natale del 2006 in cui morì Maria Strangio, sorella di Giovanni. Intorno a lui, ora dopo ora, si sta stringendo il cerchio degli investigatori. Ancora ieri, la Locride è stata battuta palmo a palmo dalle forze dell'ordine per individuarne il nascondiglio. Nelle oltre 400 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare ci sono infatti due lettere indirizzate a Domenico Pizzata, uno degli arrestati, dalle quali emergebbe che Strangio stava meditando la strage da tempo. La stessa conclusione a cui sono giunti anche gli investigatori tedeschi.
«Quello di oggi è un risultato che riafferma la supremazia e la fermezza dello Stato», ha affermato il Procurato antimafia, Piero Grasso, commentando gli arresti. «Le indagini non si sono concluse e come gli esami continuano - ha concluso Grasso - per individuare anche gli altri esecutori

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