mercoledì 5 dicembre 2007

Inafferrabile 'Ndrangheta




Raccontare la ’Ndrangheta, filmarla. Come fai a rendere in immagini un’entità che ha fatto dell’invisibilità la sua regola di vita e di sopravvivenza? Se vai a Secondigliano, Scampia, Casal di Principe, un tizio che si atteggia a boss lo trovi, due parole riesci a strappargliele. Panza che preme sulla cintura dei pantaloni, Bmw metallizzata sullo sfondo, poi le Vele a fare da panorama della disperazione e il gioco è fatto. E piace a chi guarda. Pensate a Casal di Principe, dove recentemente il padre di “Sandokan”, Francesco Schiavone, si è concesso finanche alle telecamere de “Le iene”. In Calabria no, la ’Ndrangheta non esiste. Non ha volto. «È invisibile come l’altra faccia della luna» ha felicemente detto un magistrato americano.

Un’esplorazione mondiale della ‘ndrangheta, che è “come una ragnatela che avvolge il mondo con tanti fili”. Per raccontare come funziona questa architettura criminale, Ruben Oliva, giornalista e regista (già autore del documentario sulla Camorra ‘O sistema e del film Quando c’era Silvio) e Enrico Fierro, inviato dell’Unità (che ha scritto, tra gli altri, il libro E adesso ammazzateci tutti. L’omicidio Fortugno e la rivolta dei ragazzi di Locri contro la ndrangheta) hanno girato mezzo mondo.
In Colombia hanno incontrato il capo dei paramilitari Salvatore Mancuso, referente della ‘ndrangheta. Poi sono stati in Venezuela, Bolivia, Argentina (che è la centrale del transito e dello stoccaggio del narcotraffico). Sono arrivati in Europa, a Milano, dove “la ‘ndrangheta controlla tutto”, per finire nella tana del ragno: San Luca, il paesino disastrato dove apparentemente non c’è nulla e che invece è il cuore della rete. Tutto quel viaggio è poi finito in un un documentario, e in un libro in cui hanno scritto i retroscena dell’inchiesta. Si chiama La Santa. Viaggio nella ‘ndrangheta sconosciuta.

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