martedì 2 ottobre 2007

In sostegno del sindaco di Gela Rosario Crocetta





La nostra associazione si occupa di lotta alla mafia è
preciso dovere sostenere chi è impegnato in questa lotta in prima linea.
Tra queste persone vi è il sindaco di Gela, Rosario Crocetta, che forse avremo la fortuna ed onore di incontrare prossimamante proprio ad arezzo.In merito vi forniremo aggiornamenti e dettagli.
E' una di quelle persone che affrontano la lotta alla mafia come un istinto naturale, come un percorso che non ha alternative.


Rosario Crocetta (vedi sopra),
ha nel cuore questo suo impegno, ed il suo agire non è dettato da secondi fini. Per questo spesso
può dare fastidio. E lui dà fastidio e parecchio.Vi invito a leggere il seguente articolo
Per noi non sono eroi e non devono diventare eroi, sono persone pure, limpide ed oneste che odiano il male. Sono quelle persone che dovremmo essere tutti affinché la mafia sia
finalmente sconfitta. intervenire, se la lotta alla mafia è obiettivo vostro prioritario.
Grazie,
i ragazzi di libera Arezzo

Rosario Crocetta sindaco di Gela non ha mai smesso di far parlare di se
fin dal giorno della sua elezione, nel maggio 2002, avvenuta in un'aula di
tribunale, quando il Tar annulla 500 schede in cui gli elettori hanno
aggiunto al nome già stampato, lo stesso nome scritto a mano del candidato
sindaco della Cdl. Schede che, in un primo momento, erano state ritenute
assurdamente valide permettendo l'elezione del sindaco della destra.
L'altro motivo per cui Crocetta era finito sui giornali è l'essere il
primo sindaco gay dichiarato d'Italia.Insomma un comunista omosessuale a
capo della quarta città più grande della Sicilia, ma soprattutto di una
città nota per la violenza ed il controllo mafioso, fa notizia.
Subito dopo, però hanno iniziato a fare notizia anche le decisioni ed il
lavoro di Rosario Crocetta.
In una città di frontiera, infatti, mettendo a rischio la propria vita,
inizia a scardinare tutti quei meccanismi di controllo e di gestione della
cosa pubblica che nessuno aveva mai provato a toccare. E questo ha
cominciato a dare fastidio a molti, forse a troppi.
Intanto, il 21 marzo 2004, ventimila persone (stima della questura)
sfilano per le strade di Gela chiamate a raccolta da Libera e
dall'amministrazione comunale per manifestare contro le mafie ed in
ricordo di tutte le vittime.


Tanto per essere precisi stiamo parlando di
una città in cui 20 anni fa i ragazzi sparivano.
La mattina andavano a scuola e poi non tornavano più. Oppure uscivano la
sera e facevano la stessa fine. Poi magari si scopriva che erano il
fidanzato, l'amica, il parente del figlio o della figlia di questo o quel
mafioso e che venivano uccisi e fatti scomparire per colpire, minacciare,
intimidire, punire il nemico.
Il caso Gela di questi giorni è presto spiegato: i Ds, precisamente l'ex
capogruppo all'Ars Calogero Speziale, annunciano la sfiducia a Crocetta, e
sette assessori su nove si dimettono.
L'accusa è di aver portato il malcontento in città. Crocetta invece
sostiene che lo si accusi di aver rovinato i piani dei Ds appoggiando
(com'era naturale) la lista Uniti per la Sicilia con cui il suo partito
s'è candidato alle recenti elezioni regionali. Il dubbio che sorge è che,
in vista delle prossime amministrative qualcuno stia giocando per impedire
a Crocetta di candidarsi. Ora è chiaro che in una città così il sindaco ha dovuto amministrare per
anni col pugno di ferro, e la cosa ha infastidito alcune persone molto
potenti. Lo abbiamo raggiunto al telefono e ci ha spiegato che lui proprio non
capisce. Non c'è un problema di dialogo perché i suoi assessori "sono
tutti stati indicati dai partiti".Il lavoro fatto "è stato tantissimo".
"In 3 anni - sostiene Crocetta - sono cominciati lavori per 150 milioni di
euro. Ora saranno messe in cantiere opere per
oltre 50 milioni per la riqualificazione urbana." "Non si capisce proprio
-continua il sindaco - di quale insufficienza amministrativa mi si possa
accusare". In effetti il lavoro svolto dall'amministrazione di centrosinistra a Gela
è stato grandissimo ed anche molto importante. Persino la squadra di
calcio, che oggi ha come sponsor la federazione nazionale antiracket, è
"stata tolta dalle mani della mafia". Molti i dirigenti comunali che sono
stati allontanati per connivenze mafiose, o per una gestione "privata"
della cosa pubblica.
"Gli incarichi vanno dati attraverso concorsi e verifiche" - afferma
Crocetta -"invece a Gela non è mai stato così. Bisognava fare pulizia e
noi l'abbiamo fatta".
Negli ultimi tempi il sindaco è anche riuscito a togliere dalle mani di
Cosa Nostra l'appalto per il tribunale. "Il grande processo di cambiamento
che abbiamo avviato è il più importante dal dopoguerra - conclude il
sindaco - tanto che oltre che per la mia incolumità personale, ho temuto
che scoppiasse una guerra di mafia". Invece la guerra gli è scoppiata in casa.
Tante le reazioni all'iniziativa di Speziale che di fatto sfiducia il
sindaco. C'è chi è pronto a scendere in piazza, e chi, come l'eurodeputato
Ds Fava parla di "iniziativa personale e irresponsabile". E poi aggiunge
che "l'iniziativa del centrosinistra di Gela contro il sindaco Rosario
Crocetta è un atto di farneticazione politica. L'esperienza di Crocetta
alla guida di una delle città più difficili del paese è stata in questi
anni una risorsa di trasparenza e di legalità al servizio di tutti i
siciliani".

Insomma si apre uno strano capitolo nella sempre travagliata storia del
centrosinistra siciliano. La speranza è che per incomprensibili giochi di
potere non si metta in discussione, o peggio non si distrugga,
l'importante lavoro svolto in questi anni a Gela. Una città che aveva
ripreso a sperare.

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