sabato 9 febbraio 2008

Mafia: sventato un attentato contro il sindaco di Gela


La famiglia gelese di Cosa Nostra voleva uccidere il sindaco Crocetta. Lo hanno accertato la polizia e la direzione distrettuale antimafia, nel corso di serrate indagini su elementi delle cosche di Gela. Il piano stava per essere preparato nei minimi dettagli. Lo hanno sventato gli agenti della “squadra catturandi” della questura nissena, durante le indagini riguardanti la cattura di Daniele Emmanuello, il boss di Cosa Nostra ucciso, il 3 dicembre dello scorso anno, dalla polizia, che lo ha colpito mentre tentava di fuggire dal covo in cui si nascondeva, nelle campagne di Enna . In particolare, gli investigatori avrebbero intercettato alcune telefonate di personaggi sospetti, subito dopo la morte di Emmanuello. Tra gli inquirenti più impegnati in questa indagine c’è il sostituto procuratore Nicolò Marino, che, raggiunto telefonicamente, non ha inteso rivelare le modalità di esecuzione studiate dai malviventi per l’agguato programmato. Ha semplicemente confermato l’esistenza del piano, per averlo accertato tramite intercettazioni telefoniche e per averlo dedotto da un attento studio dei pizzini rinvenuti nel covo di Daniele Emmanuello. La notizia, lanciata dall’agenzia Ansa, intorno a mezzogiorno, ha suscitato clamore. Contrariato il sindaco, Crocetta, che avrebbe preferito non si sapesse in giro di questo grave episodio. Crocetta era già a conoscenza dello sventato agguato perchè era stato informato dalla DDA e dalla prefettura, che su di lui ha potenziato il servizio di vigilanza. Non è la prima volta che la mafia tenta di uccidere il sindaco, Crocetta. Già nel 2003, la polizia scoprì che la “Stidda” stava preparando un agguato, utilizzando un killer venuto dalla Lituania, Minius Marius Denisenko, che avrebbe dovuto uccidere il sindaco durante la processione dell’Immacolata, l’8 di dicembre. Ma non c’erano prove sufficienti. Il lituano fu rimpatriato con provvedimento della questura, mentre al sindaco fu assegnata la scorta. Alcuni mesi dopo scatto l’operazione antimafia, Imperium, con una ventina di arresti. Da allora, Crocetta ha ricevuto una serie infinita di minacce e di intimidazioni. Davanti al municipio fu rinvenuto un coltello nascosto dietro uno dei tubi di scarico dell’acqua piovana, vicino all’ingresso secondario, utilizzato dal sindaco. In un’altra circostanza, fu trovata forzata la porta del terrazzo sovrastante gli uffici del sindaco, a palazzo di città. Nello scorso anno, una lettera di sedicenti NAR (nuclei armati rivoluzionari) pervenne al corrispondente Ansa di Gela con evidenti minacce per Crocetta. Al sindaco di Gela è stata rafforzata la scorta.

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