venerdì 17 ottobre 2008

MAFIA: SEQUESTRO BENI DA 200 MLN EURO A IMPRENDITORE MESSINA


MESSINA - Beni per oltre 200 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Direzione investigativa antimafia ad un imprenditore del Messinese, Mario Giuseppe Scinardo, 43 anni. Si tratta di uno dei più grossi sequestri patrimoniali eseguiti nell'ambito di inchieste sulla mafia. Scinardo, originario di Capizzi, un paese in provincia di Messina, è accusato di associazione mafiosa e di far parte della cosca dei Rampulla di Mistretta. L'inchiesta è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina e Catania. Oltre 100 uomini dei centri Dia di Catania e Messina sono impegnati nell'operazione. Il patrimonio sequestrato risulta costituito da numerose società e ditte individuali con volumi d'affari plurimilionari, da oltre 250 immobili, tra cui appezzamenti di terreno, ville e locali commerciali, ma anche da aziende agrituristiche e vinicole, da impianti di calcestruzzi e da circa 90 mezzi tra camion, escavatori, mezzi agricoli ed automobili di grossa cilindrata. Il provvedimento di sequestro di beni per un valore di 200 milioni di euro è dei giudici del tribunale di Catania, che hanno accolto la richiesta avanzata dalla Direzione investigativa antimafia di Messina. L'indagine in un primo momento è stata coordinata dalla Dda di Messina e poi è stata trasmessa per competenza a quella etnea. Secondo gli investigatori, l'imprenditore al quale sono riconducibili i beni sequestrati, Mario Giuseppe Scinardo, 43 anni, sarebbe molto vicino alla famiglia mafiosa dei Rampulla di Mistretta (Messina), tanto che in alcune attività commerciali sarebbero pure inseriti come soci occulti. Scinardo è accusato di associazione mafiosa, e gli inquirenti ritengono che in alcune occasioni avrebbe messo a disposizione le sue proprietà per dare rifugio a boss latitanti o per ospitare riunioni di capimafia. Il sequestro fa riferimento a beni non solo intestati a Mario Giuseppe Scinardo, ma anche alla moglie Nellina Letizia Deni, e al fratello Salvatore Scinardo.SCINARDO AVEVA DOCUMENTO RISERVATO DELLA DIADurante la conferenza stampa a Catania, sul sequestro di beni per oltre 200 milioni di euro all' imprenditore Mario Giuseppe Scinardo, 43 anni, è stato reso noto che durante una perquisizione è stata trovata copia di una richiesta fatta dalla Dia alla Regione in cui si chiedeva di quali contributi avesse beneficiato l'imprenditore."Questo purtroppo è un fatto certamente inquietante e preoccupante e può essere indicativo della capacità di infiltrazione nelle istituzioni, specie regionali, da parte della mafia", ha affermato il procuratore della Repubblica a Catania Vincenzo D'Agata parlando con i giornalisti che gli chiedevano del ritrovamento del documento. "Non vorrei che su questo punto si anticipassero conclusioni - ha aggiunto - perché certamente quello che emerge è un fatto assolutamente irregolare, in relazione al quale è necessario effettuare degli approfondimenti, che ovviamente saranno diretti ad individuare eventuali profili di rilevanza penale con la conseguente individuazione dei responsabili".Il procuratore della Repubblica di Messina Guido Lo Forte, rispondendo alle domande dei giornalisti, al termine della conferenza stampa, ha detto: "Si tratta di un documento che costituisce oggetto di indagini da parte della Procura di Catania, in relazione al quale non posso dire assolutamente nulla".

giovedì 16 ottobre 2008

LEGALITA': UN'OPERA D'ARTE PER NON DIMENTICARE VIA DEI GEORGOFILI


Studenti fiorentini e della Syracuse insieme per non dimenticare via dei Georgofili.


Sarà realizzata nelle prossime settimane dagli studenti della Syracuse University di Firenze e dagli studenti di cinque licei e istituti d'arte della città, sarà esposta per la prima volta il 19 dicembre nell'ambito della prossima Festa della Legalità organizzata dalla Regione Toscana, ma l'auspicio è che in seguito possa essere collocata in via dei Georgofili per ricordare la strage mafiosa del 1993.
È l'opera d'arte che rappresenta il nuovo importante frutto del lavoro sul terreno della cultura della legalità degli studenti toscani e che è stata presentata presso la sede della Syracuse.
Presente tra gli altri anche il vicepresidente della Regione Toscana Federico Gelli. «Si tratta di un altro straordinario risultato dell'impegno che da anni studenti, insegnanti, associazioni, istituzioni stanno portando avanti nella nostra regione per diffondere e consolidare la cultura della legalità – ha spiegato Gelli – E anche di un nuovo importante traguardo nella collaborazione con la Syracuse, felicemente avviata con la presenza dei ragazzi e delle ragazze americane nei campi di lavoro antimafia della Sicilia".
"Se ce n'era bisogno, un'ulteriore dimostrazione di quanto possa essere importante per tutti noi la presenza delle università americane nella nostra regione. E allo stesso modo, di quante e quali strade, non ultima appunto quella della creatività artistica, possano essere percorse sulla strada dell'impegno per la legalità».

Lotta contro la 'Ndrangheta: arrestato il boss Antonio Pelle, latitante dallo scorso anno


Preso il capo della cosca Pelle-Vottari: è stato intercettato nella Locride, nascosto in un bunker


La polizia ha arrestato il boss della 'ndrangheta Antonio Pelle, 46 anni, latitante dal 2007 e capo della cosca Pelle-Vottari di San Luca (Reggio Calabria). Pelle è stato bloccato nella Locride, nel corso di un servizio mirato, dal personale della Squadra mobile di Reggio Calabria e del Servizio centrale operativo della polizia di Stato.
Era nascosto in un bunker, nelle campagne di Ardore, un centro della Locride. La cosca Pelle-Vottari è contrapposta da anni al gruppo Nirta-Strangio nella cosiddetta "faida di San Luca". Scontro che è culminato il giorno di ferragosto del 2007 nella strage di Duisburg, in Germania, con l'uccisione di sei presunti affiliati della cosca Pelle-Vottari. L'operazione che ha portato all'arresto del latitante è stata coordinata dal dirigente della squadra mobile di Reggio Calabria, Renato Cortese.
Il nascondiglio di Pelle, secondo quanto riferito dagli investigatori, era sotterraneo e dotato di ogni confort. Antonio Pelle era latitante dall'agosto del 2007, quando si sottrasse all'arresto nell'ambito dell'operazione Fehida, fatta dalla polizia nell'ambito delle indagini sulla faida di San Luca e sulla strage di Duisburg. Secondo gli investigatori, Pelle, comunque, era già irreperibile per sottrarsi ad un'eventuale vendetta da parte della cosca avversaria.