mercoledì 4 giugno 2008

ECOMAFIA 2008, 83 REATI AL GIORNO

Ogni giorno 83 reati contro l' ambiente. Maglia nera alla Campania stabile al primo posto nella classifica dell'illegalita' ambientale, seguita dalla Calabria: e' in queste due regioni che si concentra il 30% degli illeciti registrati in tutta Italia. In totale, nel 2007 gli eco-reati sono aumentati del 27,3% rispetto al 2006; il giro d'affari e' di 18,4 miliardi di euro; in aumento gli incendi boschivi dolosi e gli illeciti accertati nei cicli del cemento e dei rifiuti. Sparisce nel nulla una montagna di rifiuti speciali alta poco meno di 2000 metri. Presa d'assalto anche l'agricoltura. Questa la fotografia scattata nel rapporto Ecomafia 2008 di Legambiente presentato a Roma. In particolare Cosa nostra entra a pieno titolo nella gestione del ciclo dei rifiuti ed emerge la "multifunzionalita'" del clan dei Casalesi, capace di spaziare dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dall'agricoltura al racket degli animali. I clan dell'ecomafia salgono a 239 (36 in piu' rispetto allo scorso anno). Da qui la necessita' per Legambiente di rinnovare l'appello "di introdurre i delitti contro l'ambiente nel nostro Codice penale" ha detto il presidente dell'associazione,Vittorio Cogliati Dezza ricordando che ci sono gia' proposte condivise ma che ora serve "volonta' politica e tempo". Ecco il quadro dell'illegalita' contro l'ambiente: ILLECITI: in totale quelli accertati dalle forze dell'ordine nel 2007 sono 30.124, il 27,3% in piu' rispetto al 2006; le persone denunciate 22.069, con un incremento del 9,7%; i sequestri effettuati 9.074 (piu' 19% rispetto al 2006);
REGIONI: la Campania occupa stabilmente il primo posto seguita dalla Calabria al terzo posto si trova la Puglia, seguita dal Lazio e dalla Sicilia. La prima regione del Nord come numero di infrazioni e' la Liguria;
RIFIUTI: i reati accertati nel 2007 sono oltre 4800, il 36% dei quali commessi nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. Sempre in testa la Campania, dove lo smaltimento illegale di rifiuti pericolosi, spesso di provenienza extraregionale, si e' sommato alla catastrofica gestione commissariale di quelli urbani. Un balzo in avanti colloca, invece, il Veneto al 2/o posto (era 6/o lo scorso anno). La Puglia mantiene il 3/o posto e il foggiano si conferma una terra dove si scaricano illegalmente nei terreni agricoli i rifiuti prodotti dal centro nord, scorie spesso spacciate per compost;
FATTURATO: 18,4 miliardi di euro (quasi un quinto del business totale annuo delle mafie) pur contraendosi rispetto all'anno precedente di circa 4,4 miliardi di euro in seguito all'attivita' di prevenzione e repressione;
INCHIESTE: il 2007 detiene il record di inchieste contro i trafficanti di veleni. Grazie all'applicazione dell'art.260 del Codice dell'Ambiente, che introduce il delitto di organizzazione di traffico illecito di rifiuti, sono 96 le indagini condotte nel 2007 e nei primi due mesi del 2008 (a oggi le inchieste sono 103) e dal gennaio 2002 al marzo 2008 sono state 600 le ordinanze di custodia cautelare emesse, 2.196 le persone denunciate, 520 le aziende coinvolte;
CEMENTO: sul fronte del ciclo illegale del cemento, cresce il numero d'infrazioni accertate dalle forze dell'ordine (7.978, il 13% in piu' rispetto al 2006), quello delle persone denunciate (10.074) e dei sequestri (2.240). Per l'abusivismo edilizio, le stime del Cresme parlano per il 2007 di 28.000 case costruite illegalmente contro le 30.000 del 2006 e le 32.000 del 2005;
INCENDI BOSCHIVI: oltre 10 mila incendi, 225 mila ettari di boschi e foreste andati in fumo, 18 persone uccise dalle fiamme, 7 milioni e mezzo di tonnellate di Co2 rilasciate nell'aria;
AGRICOLTURA: secondo le stime della Confederazione Italiana Agricoltura, il giro d'affari delle cosche nel settore agricolo si attesta sui 15 miliardi di euro, con oltre cento reati al giorno, e un agricoltore su 3 subirebbe gli effetti dell'illegalita';
ARCHEOMAFIA: furti in leggero calo, dai 1212 casi del 2006 ai 1085 del 2007, con una flessione del 10,5%. Il Lazio, con 166 furti subiti, supera il Piemonte, tradizionalmente in testa;
RACKET ANIMALI: stabile il mercato stimato dalla Lav nel 2007 sui 3 miliardi di euro circa, tra corse clandestine di cavalli, combattimenti tra cani, traffici di fauna esotica e protetta, macellazione clandestina.

Ecomafie, cresce il business contro l'ambiente

Una montagna di rifiuti alta quasi 2 mila metri, con una base di 3 ettari. È quella che sorgerebbe in Italia se si accatastassero tutti i rifiuti scomparsi. O meglio, smaltiti senza che nessuno sappia dove sono finiti. Il Rapporto 2008 sulle Ecomafie pubblicato da Legambiente fotografa un' Italia dove la mondezza è sempre di più uno dei principali business della criminalità organizzata. E non solo in Campania. Napoli e dintorni, come è facile immaginare, mantengono il primato nazionale, ma quello dei rifiuti è un affare che hanno fiutato un pò ovunque.Nel 2007 sono quasi cinque mila i reati accertati per violazione alla normativa sui rifiuti. In Campania, Calabria, Puglia e Sicilia si concentra il 36 per cento delle infrazioni, ma è il Veneto la regione che nell' ultimo anno è passata dal sesto al secondo posto nel ciclo dei rifiuti: si sposta così verso il Nord il baricentro dei traffici, non solo come zona di procacciamento degli scarti industriali smaltiti illegalmente nelle regioni centrali e meridionali d'Italia, ma anche come sito finale di stoccaggio.A crescere però non è solo il ciclo illegale dei rifiuti, aumentano più in generale i reati contro l' ambiente: scavi, abusivismo edilizio, incendi boschivi e truffe in agricoltura. In totale, si stima che il giro d' affari del 2007 si sia attestato su 18 miliardi e 400 milioni di euro (quasi un quinto del business totale annuo delle mafie), quattro miliardi di euro in più rispetto all' anno precedente.Alla luce di questo quadro inquietante, Legambiente rilancia la proposta di introdurre questo tipo di reati nel Codice penale, «per punire in maniera congrua chi avvelena l' aria che respiriamo, inquina l' acqua, saccheggia il territorio, minaccia la nostra salute, penalizza le imprese pulite».